Glastonbury, leggendaria custode del Santo Graal

Glastonbury è una piccola città inglese a 30 miglia da Bristol nella regione del Somerset. La sua fama si deve in particolar modo all’abbazia, al monte Tor e alle leggende e miti, religiosi
e pagani, che sono nati nel corso della storia.

Cattedrale di GlastonburyStoria e religione

Secondo la leggenda, Giuseppe di Arimatea nel 37 d.c. portò a Glastonbury il sacro Graal e costruì la chiesa su cui poi sorse l’abbazia (ulteriori approfondimenti nei I segreti di Glastonbury).

La città divenne il punto di sviluppo del Cristianesimo in Inghilterra. La leggenda racconta che Gesù stesso, quando era giovane, visitò la cittadina e venne in contatto con la scuola druidica di Avallon. William Blake crede a questa leggenda e scrive un poema patriottico, “Gerusalem”.

Nel VII secolo San Patrignano andò in visita ai monaci di Glastonbury e trovò la tomba, ancora oggi venerata, di San Giuseppe; su questa fece costruire una grande chiesa in legno ed artisticamente decorata, che fu distrutta da un incendio nel XII secolo. I monaci sopravvissuti la ricostruirono in pietra con annessa abbazia.

Di questa leggenda religiosa rimane traccia fisica nel Biancospino di Glastonbury, detto anche la “Spina Santa“: nato dal bastone di Giuseppe di Arimatea e piantato al suo sbarco dalla nave, questo biancospino nasce solo nei circondari di Glastonbury e fiorisce 2 volte l’anno.

Una spina viene tagliata per ornare la tavola di Natale della Regina.

Questa pianta fu tanto famosa da divenire meta di pellegrinaggio nel medioevo, ma venne poi distrutta durante la Guerra civile inglese da un parlamentarista, che fu accecato da una scheggia per aver compiuto il gesto.

Il biancospino odierno è stato impiantato nel XX secolo.

rovine dell'abbazia gotica Glastonbury

Lato abbazia di Glastonbury

Storia e mitologia

Lo storico inglese Goffredo di Monmouth identificò nel 1133 Glastonbury con Avalon. Pochi anni dopo, nel 1191, i monaci dell’abbazia dissero di aver trovato le tombe di re Artù e Ginevra a sud della Lady Chapel della chiesa dell’abbazia, che fu visitata da alcuni storici del tempo come Giraldo Cambrense.
Durante i lavori venne trovata la croce tombale con inciso in latino: “Hic iacet inclitus Rex Arturius in insula Avalonia”.

Della croce di piombo non si ha più traccia, mentre la tomba esiste ancora e si può visitare. E’ sopravvissuta alla distruzione dell’abbazia avvenuta nel 1539 per volere di Enrico VIII, che non tollerava in seno alla sua riforma anglicana quel santuario cattolico, meta di tanti pellegrinaggi. Goffredo di Monmouth, nella sua Historia Regum Britanniae, narra che re Artù malato fu portato ad Avalon dove venne curato e guarito dalla “fata Morgana”, all’epoca feudataria e madre superiora delle dodici suore cui era affidata la cura e la custodia del santuario; quando poi il re trovò la morte in battaglia, la sua salma venne portata a Glastonbury e sepolta.

Nei tempi antichi Avalon era un isola avvolta dalle nebbie dominata dal “monte” Tor: un’altura incantata, una sorta di piramide allungata allineata con la ley line (linea geomagnetica) di St. Michel che punta diritta su Avebury.
Non sono mai stati fatti scavi per chiarire se la montagna sia stata realizzata artificialmente. L’aspetto di “piramide a gradini” è dato dai sentieri che si avvolgono a spirale verso l’alto.

Molti studiosi pensano però che queste leggende siano nate per dare gloria alla città e attirare pellegrini: d’altra parte, anche oggi migliaia di turisti si recano a visitare le rovine dell’abbazia.

rovine abbazia di Glastonbury

I riti dei luoghi magici di Glastonbury

Un tempo la processione partiva dalla Valle del calice, Chalice Well, la sorgente sacra di Avalon, oggi circondata da uno stupendo giardino.
L’acqua della sorgente contiene ferro ed è leggermente radioattiva; talvolta si colora di rosso e la leggenda narra che qui San Giuseppe di Arimatea nascose il Santo Graal, il calice dal quale Gesù avrebbe bevuto il vino durante l’ultima cena.
Fin dal Medio Evo vengono attribuite a quest’acqua proprietà curative e risanatrici.

Dalla sorgente la processione si dirige verso la cima del Tor, superando prima il “Chalice Hill”, la “Collina del Calice”; all’inizio del percorso si incontrano due giganteschi monoliti, le “Pietre Viventi“, che, si dice, vibrano al sorgere ed al tramontare del sole.
Secondo la leggenda la cima del monte Tor, su cui era stata eretta nel Medio Evo una cappella di cui rimane solo la torre, era ritenuta la porta di ingresso al Cielo, ovvero la via di passaggio verso il mondo dell’oltretomba o di un’altra dimensione.
E proprio nei cunicoli sotterranei della Tor Hill dovrebbe trovarsi nascosto il Santo Graal.

Il 1° di maggio una processione notturna segue il cammino a spirale verso la sommità per salutare il sorgere del sole.

Ogni settimana sono celebrati i riti che fanno continuare la tradizione religiosa di questo luogo: a mezzogiorno nel monastero viene distribuita l’eucaristia dall’Arcivescovo e nello stesso giorno viene celebrato un rito ortodosso e venerata l’icona della Nostra Signora di Glastonbury.

Glastonbury, leggendaria custode del Santo Graal ultima modifica: 2017-01-16T09:16:36+01:00 da Stefano Torselli

commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.