La Porta Magica

Iscrizioni sulla porta magica a RomaLa Porta Magica è l’unico monumento alchemico di Roma, uno dei pochissimi sopravvissuti al mondo; per gli amanti del gotico è sicuramente una meta obbligata. Per raggiungerla bisogna farsi strada nella casbah di piazza Vittorio Emanuele II, tra la confusione del mercato e della folla.

Nel giardino, parecchio trasandato, al centro della piazza, si può ammirare ciò che resta di questo misterioso monumento: una curiosa porta del XVII secolo con iscrizioni e formule alchemiche a tutt’oggi non ancora decifrate.

Vediamo di fare un po’ di luce su questo misterioso reperto.

Una Roma occulta

Nella seconda metà del Seicento l’intera area di piazza Vittorio fino a via Labicana era occupata dalla monumentale villa di Massimiliano Palombara, marchese di Pietraforte, uomo di raffinate letture, studioso di filosofie classiche ed amante delle scienze occulte.

Nella sua fornitissima biblioteca troneggiavano numerosi trattati di alchimia ed ermetismo, zeppi di formule numeriche e letterali. Il marchese stesso aveva scritto un trattato intitolato “La Bugia”.

Nella Roma barocca l’alchimia e l’ermetismo, legati alle scienze naturali, erano gli studi che più appassionavano le classi privilegiate; Cristina di Svezia, stabilitasi a Roma verso la fine del Seicento, aveva riunito nel suo salotto una rispettabilissima cerchia di ermetici e alchimisti che attraverso la grande tradizione del pensiero magico volevano sperimentare le possibilità di dominio e di controllo della natura.

Tra gli illustri adepti della regina svedese si annoveravano il medico Francesco Burri, l’erudito tedesco Athanasius Kircher e il già citato marchese Massimiliano Palombara, nella cui villa si riuniva l’eletto gruppo di ermetici.

Proprio nel giardino di questa superba dimora si apriva la celebre Porta Magica.

la porta magica a Roma

Il laboratorio alchemico del marchese Palombara

Un giorno, narra la leggenda, mentre passeggiava tra i viali ombrosi della sua villa, il marchese sentì una voce e come in sogno gli apparve San Giovanni che gli rivelò i segreti dell’alchimia, della pietra filosofale e della trasmutazione.

Se sia andata proprio così è difficile dirlo ma è un fatto che, dopo quella visione, il marchese si fece costruire un laboratorio accanto alla sua villa e lì, tra alambicchi e formule magiche, si dedicò allo studio del mistero della pietra filosofale, zenith della ricerca di ogni occultista. Poco alla volta il nome del marchese Palombara iniziò a circolare in tutti gli ambienti esoterici dell’Urbe.

La vox populi racconta che una notte del 1660 un enigmatico pellegrino (si pensa che fosse tal Francesco Giustino Bono, famoso alchimista del tempo) si presentò alla villa del marchese in cerca di ospitalità.

Generosamente Massimiliano Palombara gli aprì le porte della sua dimora e gli offrì un riparo. Al mattino però il misterioso viandante rivelò di essersi spinto fin lì per trovare un ambiente adatto in cui dedicarsi alla creazione della pietra filosofale.
Chiese quindi al marchese di poter utilizzare il suo laboratorio. Ottenuto questo permesso, il pellegrino trascorse tre giorni chiuso nel gabinetto scientifico del marchese, a mescolare erbe magiche ad alcuni elementi chimici. Dopodiché scomparve ancor più misteriosamente di com’era arrivato.

Nessuno fu in grado di dire quale fine avesse fatto lo sconosciuto, il quale però, a testimonianza del buon esito dei suoi esperimenti, aveva lasciato sul tavolo del laboratorio alcuni grammi di oro purissimo e, vicino al prezioso metallo, un foglio in pergamena con sopra annotata una formula misteriosa: in quelle frasi latine e in quei segni cabalistici si racchiudeva forse il segreto dell’oro.

incisioni alchemiche sulla porta magica a Roma

Formule misteriose nella Porta Magica

Il marchese Palombara, malgrado gli sforzi e lo studio, non riuscì mai a venir a capo dell’enigmatico testo capace di trasformare un vile metallo in oro e per fissare nel tempo quella scoperta, fece incidere sullo stipite della porta del laboratorio (l’attuale Porta Magica, appunto) la formula misteriosa.

Dopodiché, sul gradino della stessa porta, fece aggiungere una scritta: “Est opus occultum veri Sophi aperire terram ut germinet salutem pro populo” (ossia: “È opera occulta del vero saggio aprire la terra affinché generi salvezza per il proprio popolo”),
sottolineando con ciò quale fosse la missione di ogni studioso di esoterismo.

In tanti, nel corso dei secoli, hanno provato a decifrare il segreto della Porta Magica e in tanti si sono dovuti arrendere dinanzi a quelle iscrizioni latine che prevedono insoliti prodigi : “Quando nella tua casa neri corvi partoriranno candide colombe,
allora sarai chiamato sapiente”; oppure: “Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco fa cielo della terra e del cielo cosa preziosa”.

Ma si tratta davvero di formule magiche o quelle frasi ci invitato a scoprire qualcosa di più prezioso dell’oro? Il mistero rimane lì, in Piazza Vittorio Emanuele, nelle iscrizioni della Porta Magica.

i segreti della porta magica di Roma

La Porta Magica ultima modifica: 2017-01-11T18:37:19+01:00 da Stefano Torselli

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