La maledizione dei Templari

La potenza dei Templari provocò la cupidigia e l’invidia del re di Francia, Filippo il Bello. Il re aveva ricevuto in prestito dall’ordine ingenti somme di denaro, aveva quindi un buon motivo per desiderare la loro fine; all’inzio il sovrano aveva cercato di controllare l’ordine accarezzando l’idea di farvi entrare uno dei figli, ma gli fu opposto un cortese rifiuto. L’intenzione di Filippo era di trasformare l’ordine in un proprio strumento di potere ma il Gran Maestro Jacques de Molay riuscì regolarmente a sventare gli stratagemmi del re.

Animato dal rancore e dall’invidia per la libertà e la sovranità dimostrate dai cavalieri di fronte alle sue pretese, Filippo fece eleggere papa l’arcivescovo di Bordeaux, Bertrand de Goth. Potendo confidare sul suo appoggio, il sovrano diede inizio alla campagna denigratoria contro l’ordine dei Templari; non dimenticò inoltre di applicare sui loro beni forti balzelli, violando in questo modo l’immunità concessa dai suoi predecessori. Ormai il re era più che mai deciso ad usare la forza e fu particolarmente attento nel prefabbricare testimoni d’accusa reclutando i novizi templari espulsi perché colpevoli di malefatte o perché seguaci dell’eresia catara. Preparato in questo modo il terreno, Filippo sferrò l’attacco.

raffigurazione medioevale del rogo ai Templari

raffigurazione medioevale del rogo ai Templari

Il 14 settembre 1307 Filippo il Bello ordinò l’arresto di tutti i Templari del regno e il sequestro di tutti i loro beni. L’ordine prevedeva inoltre la confessione estorta mediante tortura e la morte immediata per chi, nonostante simili sollecitazioni, non ammettesse la colpevolezza dell’ordine.

Il processo che seguì era ovviamente già segnato. Su simili basi furono intentate contro i Templari una serie di accuse: eresia, apostasia dalla religione, sodomia, adorazione di idoli diabolici (l’alchemico Bafometto), collusione con i Mussulmani, e addirittura comportamento codardo in battaglia.

Quest’ultima calunnia era molto difficile da sostenere dal momento che sette Gran Maestri morirono combattendo e uno in prigionia, ma il re voleva screditare a tutti i costi i Templari e la loro immagine senza macchia.

Circa settanta cavalieri vennero imprigionati e sottoposti ad abominevoli torture, durante le quali furono loro strappate inaudite confessioni, che i Templari ritrattarono in seguito, prima del supplizio finale.

Filippo aveva dunque trovato il modo di liberarsi dei ricchi e potenti Templari. Oltre ai falsi testimoni, il re fu aiutato da due uomini: Nogaret, un cataro scomunicato al quale il sovrano aveva affidato l’intera faccenda e l’inquisitore Guglielmo, domenicano e confessore di Filippo.

La maledizione dei Templari ultima modifica: 2017-01-11T22:08:28+01:00 da Stefano Torselli

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