Peter Plogojowitz era un contadino serbo del villaggio di Kisilova, in Rezia. Qualche settimana dopo la sua morte e sepoltura, morirono altre nove persone. Prima di spirare dissero che Plogojowitz li aveva aggrediti durante la notte cercando di soffocarli.
La vedova di Plogojowitz disse che il marito aveva visitato anche lei, chiedendole i propri sandali per abbandonare il villaggio. Gli abitanti, terrorizzati, chiesero di riesumare il corpo. Il sepolcro fu aperto alla presenza del provveditore Fromann, di alcuni abitanti di Kisilova e del pope di Gradisca.
Il caso Plogojowitz e il resoconto delle autorità
Gli abitanti di Kisilova decisero di trafiggere il corpo con un lungo palo appuntito. Ecco la descrizione di ciò che avvenne secondo le parole di Fromann: Non solo una gran quantità di sangue, completamente fresco, è scaturito dalla bocca e dalle orecchie, ma anche altri segni (che ometto) si verificarono. (…) Finalmente, secondo la pratica in uso, lo bruciarono. Di ciò voglio informare la presente Amministrazione e, nell’istesso tempo, vorrei chiedere se, in totale onestà, sia stato qui commesso un errore, non io ne venga ritenuto il responsabile ma la folla, che era fuor di sé per il terrore.
Il Caso Plogojowitz fu riportato anche nel trattato di Calmet e divenne celebre in tutta Europa. È il primo documento in cui compare il termine “vampir”.