Il Vampiro nella Storia del Tempo

Crediamo erroneamente che la storia del vampiro inizi con il noto libro di Bram Stoker, ovvero Dracula. In realtà, il vampiro, oltre ad essere una figura mitologica molto nota sin dai tempi dell’Antica Grecia, è sempre stato oggetto di discussione.

Come possiamo definirlo? Oggi, diremmo che il vampiro è un essere assetato di sangue; un essere capace di assoggettarci e di piegare la nostra volontà alle sue intenzioni.

Per il popolo babilonese, i vampiri erano gli Ekimmu. Per la tradizione ebraica, invece, abbiamo numerose fonti e informazioni su Lilith, la Dea.
Tra mito e leggenda, nei tempi antichi la sua figura era enormemente temuta e in parte rispettata. Rappresentato come il demone della notte, in grado di rapirci e di trasformarci – e di prosciugarci il sangue nelle vene – sicuramente è uno dei miti più riprodotti in ambito letterario e cinematografico.

Possiamo disquisire per ore anche sulla trasformazione del vampiro, ovvero il momento in cui riesce a volare nella notte, vestendo i panni di un pipistrello. Un mutaforma, dunque: tra le sue caratteristiche principali, il vampiro diventa pipistrello e vive di notte, sulle cime degli alberi, in attesa di incontrare malcapitati e sventurati.

Durante l’epoca greca e romana, ad esempio, possiamo citare alcuni testi che riportano le famose “Strigi o Strigoi”. Le strigi, molto simili ai vampiri, sono il loro “prototipo”, se così possiamo definirlo. Come unico scopo, le strigi si presentavano al capezzale dei morenti per succhiare il sangue. Pare, inoltre, che l’arrivo delle strigi fosse accompagnato da lamenti e da lacrime, suppliche mormorate a fior di labbra, con la speranza che il morente potesse dormire e non subire l’agonia e il dolore causato delle strigi.

Il Vampiro nella tradizione

Possiamo sicuramente definire il Vampiro come il Ladro di Vite per eccellenza. Nonostante la sua figura si sia delineata nel corso del tempo, all’inizio era un’entità quasi impalpabile, invisibile, che tutti temevano, ma che nessuno aveva mai visto. Ovviamente, poi, con la cultura popolare e le prime dicerie, tutti gli aspetti del vampiro ne hanno sottolineato gli aspetti “basilari”, come esseri bevitori di sangue, creature notturne, denti aguzzi. Una sorta di riproduzione che è cambiata con il tempo e che varia da paese in paese, in base al mito.
Dobbiamo scavare nelle leggende della Notte dei Tempi per trovare, infine, dei riferimenti sulla luce del sole, sull’aglio e sull’Acqua Santa: possiamo definirli come i metodi tradizionali per combattere i vampiri.

Dalla Grecia fino all’Antico Egitto, le credenze popolari sul sangue hanno sempre spaventato il popolo. Persino in alcuni testi antichi, dei Galli e degli Assiri, possiamo ritrovare dei cenni, sebbene confusi, sull’esistenza dei vampiri.

Sono miti, superstizioni, racconti tramandati di padre in figlio: di certo, ad oggi, ben pochi possono affermare di avere visto un vampiro. Eppure, i Greci ci credevano: gli Egizi ne temevano l’assalto notturno; i Romani volevano studiarli per captare l’essenza della vita eterna. E passiamo a un altro punto, ovvero l’immortalità: il Vampiro genera paura, sì, una paura infinita, perché il tempo concessogli è senza fine.

Origine del mito dei vampiri

In questa immagine il vampiro appare di notte, uscendo dalla tomba

Cenni del Vampiro nell’Odissea

Oggi, uno degli esempi più importanti nell’editoria è probabilmente il Conte Dracula di Bram Stoker. Facciamo un passo indietro nel tempo: siamo nell’Antica Grecia. Omero – figura tutt’oggi molto discussa – tramanda l’Iliade e l’Odissea, i due miti greci più famosi dell’Epica. Nell’Odissea, possiamo trovare i “bevitori di sangue”: ci stiamo riferendo in particolar modo a Tiresia e alle Sirene. Tiresia, nello specifico, era uno spirito vampiro: Ulisse riuscì a farlo venire allo scoperto soltanto dopo il sacrificio di una pecora. “Un essere immondo”, così viene descritto, privo di luce e portatore di morte.

Oltre Tiresia, abbiamo le Sirene. Quest’ultime ammaliavano i passanti con il loro “canto mortale”: lo scopo era di far cadere gli uomini ai loro piedi per berne il sangue. Ma il mito del vampiro nell’Antica Grecia continua; oltre all’Odissea, potremmo citare Empusa e Lamia. Ambedue si nutrivano di sangue e per questo motivo passarono al mito come vampire. Inoltre, la paura dei vampiri non si affievolì mai: andò ad aumentare durante l’epoca medioevale, un periodo definito erroneamente buio, ma sicuramente ricco di misteri.

Ulisse incontra Tiresia nell'Ade

Raffigurazione dell’incontro tra Tiresia e Ulisse nellìAde

Le nostre paure più profonde: perché è nato il Vampiro?

Se ci soffermiamo a riflettere sulla figura del vampiro, emerge un quadro ben preciso: gli esseri umani hanno sempre avuto paura del buio. Il buio innesca in noi panico, sensazione di smarrimento, di essere colpiti da un nemico invisibile. E il vampiro, in fin dei conti, è il timore dell’ignoto, di cadere vittime, nella notte, di un attentatore.
La sua “esistenza”, dunque, non dovrebbe stupirci. Siamo sempre stati affascinati dall’ignoto e abbiamo sempre creato superstizioni sulla base di leggende tramandate oralmente per moltissimo tempo. Secoli di storia e di miti ci hanno condotto a ciò che oggi è la figura del Vampiro. Tra i “Vampiri Reali”, invece – non intese come figure mistiche – citiamo sicuramente Erzsebet Bathory, la Contessa Dracula, che beveva il sangue delle vergini al fine di raggiungere l’agognata immortalità e la bellezza eterna. Perché i vampiri, alla fine, non hanno solo incusso preoccupazioni, ma hanno ispirato alcuni dei più atroci omicidi.

La lotta con i lupi mannari

Il nemico del vampiro è il lupo mannaro, ovvero il suo opposto. Abbiamo detto che il vampiro non sopporta la luce del sole – in grado di disintegrarlo! – e che vive di notte. Invece, i lupi mannari sono soggiogati dalla luna piena, che ha su di loro un effetto devastante.
Mutaforma, privi di razionalità, entrambi ugualmente portatori di morte: vampiri e lupi mannari si scontrano sin dall’alba dei tempi. Se da una parte abbiamo i vampiri, in grado di trasformarsi in pipistrelli, dall’altra abbiamo i lupi mannari, esseri umani attratti dalla Luna Piena. Il vampiro è un essere immortale; il lupo mannaro, invece, soccombe al tempo e, come tutti gli esseri umani, è in grado di provare emozioni. Molto più vulnerabile rispetto al vampiro, la faida tra i due “mostri” non vede un vincitore né un fondo di verità, alla fine: ambedue sono frutto di fantasie legate alle nostre paure più profonde.

Approfondisci la storia dei vampiri e leggi I Vampiri nella Grecia Classica

Il Vampiro nella Storia del Tempo ultima modifica: 2019-04-15T10:15:19+02:00 da Stefano Torselli

One Response

  1. Riccardo 12 Ottobre 2021 Rispondi

commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.