I motivi architettonici nella pittura del quattrocento cambiano il modo in cui viene rappresentata l’architettura dipinta. Alle forme architettoniche usate nel dipinto solo per abbellirlo, subentra l’architettura trattata come un tema autonomo. Le rappresentazioni architettoniche di Giotto nella Basilica di S. Francesco ad Assisi sono un esempio lampante. Giotto dà un’impronta decisiva alla pittura occidentale e apre la superficie pittorica in modo da creare l’illusione della tridimensionalità.
L’influenza di Giotto a nord delle Alpi
All’inizio fu molto difficile cambiare il modello tradizionale nel senso indicato dai dipinti italiani del Trecento. Nella miniatura del XIV e XV secolo si riprese spesso l’idea di Giotto di assegnare uno spazio d’azione alle figure. Spesso le scene vengono ambientate in una specie di loggia, un alzato irreale.
Solo all’inizio del XV secolo i francesi cominciano ad adottare nei propri dipinti le teorie sviluppate da Giotto, per esempio nell’Annunciazione di Aix. La trasformazione è avvenuta: il piano anteriore di quest’opera coincide con il piano anteriore dello spazio della chiesa. Tale spazio si apre verso l’interno e include le figure nella terza parte anteriore della tavola e dello spazio.
L’architettura come motivo autonomo
La rivalutazione dell’architettura è sintomatica del desiderio di utilizzare l’estetica per avvicinarsi alla realtà e renderla il più tangibile possibile. Il rapporto tra architettura e figura può addirittura capovolgersi dal punto di vista tematico, facendo diventare la figura un attributo dell’architettura.