Romanzo gotico

Il Romanzo gotico si sviluppa già agli inizi del Settecento quando comincia ad entrare nell’opera di poeti e scrittori una certa sensibilità gotica. Ma questa data, al pari di tutte le altre nella storia del gusto, è arbitraria: la sensibilità gotica ha avuto in letteratura vita ininterrotta così come per lo stile gotico nell’architettura. Gotici sono gli orrori e le mostruosità del dramma elisabettiano. Vi sono sorprendenti rassomiglianze nei personaggi, nelle situazioni, e persino nel modo di narrare, tra il romanzo gotico e le opere di Shakespeare; ad esempio la tendenza ad indugiare su morbosi pensieri di morte e su fantasie sepolcrali. Poeti “gotici”, sui quali tra l’altro si fonda gran parte del revival gotico settecentesco, sono Spenser e Milton.

Pope, con il suo componimento, Eloisa to Abelard (1717) ci da un ulteriore prova che il nuovo gusto aveva contagiato anche lui, comunemente considerato il sommo sacerdote del classicismo. Alcuni suoi versi risultano essere la quintessenza della poesia gotica:

“Enorme dietro a me si leva un’immensa Mole,
solitaria su quest’arida brughiera, un luogo delle Tombe,
deserto, desolato, dove la Rovina triste grandeggia,
meditando su teschi senz’occhi con lo sguardo fisso,

la Colonna col Muschio, il busto che cade,
l’Arco devastato dal Tempo, la Pietra monumentale,

corrosa, cancellata, pronta a dissolversi in Polvere,
dimentiche del loro compito di lusingare la fama.
Tutto qui è pauroso Silenzio, non turbato

Se non da ciò che sibila il Vento e che il Gufo solitario
Grida stridulo alla triste Luna,
che col suo raggio occiduo illumina l’isola laggiù,
dove il triste Spirito con piede d’ombra compie
il suo giro consueto, o indugia su questa
Tomba.”

Essenziale per la nascita della narrativa gotica l’importante trattato di Burke, “Origin of your Ideas of the Sublime and Beautiful”, perché è in esso che per la prima volta si parla della relazione tra sublime e terrore.

“ Tutto ciò che in qualche modo è adatto a stimolare idee di dolore e pericolo, vale dire tutto ciò che in qualche modo è terribile o ha a che fare con argomenti terribili oppure funziona in modo analogo al terrore, è una fonte del sublime; produce cioè la più forte emozione che la mente è capace di sentire.”

Il trattato getta basi pseudo-scientifiche sull’irrazionalità del gotico, dove la paura determina un distacco dalla ragione e dal controllo dei sentimenti, scatenando l’immaginazione e profonde
inquietudini legate al mistero e ai pericoli della natura: “il terrore riempie la mente di idee grandiose e fa ripiegare l’anima su se stessa”.

Nel suo trattato Burke fa una classifica di idee sublimi e ci da una spiegazione sulla sublimità. Esse sono l’oscurità, dove il buio e l’incertezza provocano paura, angoscia e terrore; il potere, quando la mente è portata a temere a causa di forze superiori; le privazioni, come l’oscurità, il vuoto, il silenzio, che sono grandi perché terribili; la vastità, sia in lunghezza, altezza o profondità, quest’ultima la più potente fonte del sublime; l’infinito ed ogni oggetto che a causa delle sue dimensioni appare tale; la difficoltà e la magnificenza.

Il contributo più rilevante Burke lo ha dato conferendo al terrore un ruolo letterario centrale e degno di nota. Così risvegliare la paura diviene uno degli intenti più significativi che uno scrittore possa porsi e inoltre la paura diventa il mezzo principale grazie al quale si possono aggirare i dettami della ragione. Date le circostanze non deve stupire che elementi gotici cominciarono a manifestrasi già in seno al romanzo realistico di Fielding e Richardson.

Un’opera anticipatrice del romanzo gotico è “Ferdinand Count Fathom” (1753) di Smollett, un romanzo satirico piuttosto convenzionale incentrato sulle abominevoli imprese di un truffatore e con importanti elementi gotici: atmosfere cupe e persecuzioni. L’eroe di questo romanzo ospite in una casa solitaria nella foresta, trova il cadavere di un uomo appena ucciso nella stanza dove è stato mandato a dormire, e la cui porta è stata chiusa a chiave, imprigionandolo.

Ma è con “Il castello di Otranto” (1764), di Horace Walpole che inizia ufficialmente il filone dei romanzi gotici.

Romanzo gotico ultima modifica: 2017-01-11T16:25:53+01:00 da Stefano Torselli

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