Il Vampiro nell’Età Moderna

Un tempo, il solo vociare della presenza di un vampiro in un paese mandava in escandescenza gli abitanti, che subito si rivolgevano alle autorità locali, come la Chiesa. Cominciava una sorta di caccia al vampiro, al licantropo o alla strega. Inoltre, bastava davvero molto poco per accusare qualcuno di vampirismo: una malattia sconosciuta, una parola sbagliata, un comportamento ritenuto non idoneo per l’epoca.

Oggi siamo abituati a parlare di vampiri in modo forse meno spaventoso. Il motivo è che ci siamo abituati all’orrore: letteratura, cinematografia, credenze e superstizioni hanno agevolato una naturale abitudine al mondo sovrannaturale.

Tuttavia, nei posti meno sviluppati, le superstizioni continuano e la paura dei vampiri è tutt’oggi molto forte. Prendiamo ad esempio l’Europa dell’Est, che da sempre è considerata una zona “vampiresca”. Molte delle fonti e delle leggende sul vampirismo che possiamo citare, infatti, provengono proprio da lì. Non è un caso se proprio in Romania troviamo la casa del Vampiro per eccellenza, ovvero il Conte Dracula.

La figura che vi approfondiremo in seguito porta un nome, Vlad Tepes: sì, proprio lui, l’uomo a cui lo scrittore Bram Stoker si ispirò per approfondire la tematica del vampirismo. Prima di tutto, vorremmo soffermarci sull’evidente spaccatura tra ortodossi e cattolici e i loro modi differenti di vivere il vampirismo. 

Chiesa Ortodossa e Chiesa Cattolica: la spaccatura sui vampiri

Il culto dei morti diventa una sorta di tabù: i cattolici ortodossi, ad esempio, osservano i cadaveri per scongiurare possibili deformazioni. Un cadavere non decomposto, per la Chiesa Cattolica, è segno di santità: gli ortodossi, invece, cercano di comprenderne le cause e ci vedono il segno inequivocabile del maligno.

C’è una spaccatura evidente: ad est, i bambini e gli infanti che trovano la morte vengono additati come potenziali vampiri. Invece, ad ovest, coloro che muoiono in giovane età vanno santificati: una sorta di angeli che veglieranno sulla Terra e che Dio ha voluto al suo fianco per il regno della pace.

Ma non cambia solo il modo di vedere le cose: cambia, ad esempio, anche la sepoltura, il rito funebre, l’ultimo saluto ai morti. Per questo motivo, nell’Europa dell’Est, i morti sospettati di vampirismo vengono seppelliti con una pietra in bocca. Il motivo? Impedire loro di tornare in vita e di bere sangue umano.

Per approfondire maggiormente la tematica sui riti funerari, vi rimandiamo a Scoperte Archeologiche di Vampiri sul Territorio d’Occupazione degli Slavi dell’Ovest, scritto dallo storico e scrittore Rudolf Grenz.

Antica chiesa ortodossa
Interno di una chiesa ortodossa

Vlad Tepes: l’Ispirazione del Conte Dracula

Forse starete pensando che oggi la paura dei vampiri è affievolita: non è del tutto vero. In Valacchia, il nome di Vlad Tepes, vissuto tra il 1430 e il 1476, incute ancora paura e orrore puro. Vi avevamo accennato poco fa che avremmo approfondito la figura del tenebroso Tepes, che dal rumeno possiamo tradurre in italiano con palo. Quest’uomo, realmente esistito, è il personaggio del Conte Dracula: Bram Stoker prese proprio spunto da lui.

Vlad III di Valacchia, noto anche con il soprannome de l’Impalatore, divenne famoso per la sua abitudine di impalare i nemici poco prima della morte. Fu un uomo a dir poco crudele, che sparse sangue per tutto il Sacro Romano Impero. Una figura brutale, il cui Castello è oggi meta di turismo: si trova sulle rive dell’Arges. Nessuno conosce il luogo dove fu seppellita la sua testa: alcune fonti storiche affermano che fu seppellita a Costantinopoli.

Vlad Tepes III
Vlad Tepes III, il conte Dracula

Il Vampiro nel XVI secolo

Durante questo secolo, gli scambi culturali fra i popoli dell’est e dell’ovest si intensificano. La conseguenza? Tradizioni, leggende, culture: tutto è condiviso. Immaginate due popoli che non hanno mai potuto interfacciarsi prima d’ora: è naturale pensare che, antropologicamente, uno voglia sapere tutto sull’altro.

Ed è proprio in questo secolo che si diffondono molte voci sui vampiri. Le epidemie vampiriche narrate dai popoli dell’est mettono in agitazione coloro che abitano all’ovest. Comincia una sorta di diffidenza verso i signori dell’Est: sono come Nosferatu? Vivono di notte e si nutrono di sangue umano? È l’inizio di una nuova “epidemia”: solo nel 1520, infatti, si presentano più di 30000 casi su vampiri e licantropi.

La paura cresce quasi a dismisura fra la popolazione, che chiede alla Chiesa di avviare una indagine ufficiale. Solo qualche secolo prima, la Chiesta era già intervenuta a riguardo, cercando di fermare le pratiche oscure e della notte. Ci sono molte documentazioni: tutti i testi oscuri erano stati bruciati e vigeva il divieto di praticare la magia e il culto del sangue.

Due anni dopo, nel 1552, la Chiesa decide di riconoscere ufficialmente l’esistenza del vampiro. Da una leggenda, dunque, una voce, meno di un sussurro, la minaccia diventa reale. Un vampiro, secondo la Chiesa, era colui che aveva rifiutato i sacramenti, a cui Dio impedisce l’accesso nel suo regno. La loro anima non troverà mai riposo.

Erzsebet Bathòry: la storia della Contessa Sanguinaria

Parallelamente, in questo periodo, c’è un’ulteriore figura che merita di essere approfondita: Erzsebet Bathòry nasce nel 1560 e morirà nel 1614. Oltre ad essere nota con il termine di Contessa Dracula o Contessa Sanguinaria, ad oggi è una delle prime serial killer note nella storia.

Più di 100 sono state le vittime della Contesa Dracula: tuttavia, alcuni affermano che potrebbero essere state più di 600. Ma perché vi stiamo raccontando la sua storia? La Bathòry cominciò ben presto a praticare la magia del sangue: il suo unico obiettivo era raggiungere la fonte dell’eterna giovinezza. Non pensava ad altro, e per questo fu disposta ad uccidere bellissime e giovani aristocratiche.

Fu aiutata da diversi collaboratori, che in seguito furono giustiziati: il sangue delle giovani serviva alla Bathòry come “crema” di bellezza, per rinvigorire la pelle. Nota per il suo carattere impetuoso, decise persino di aprire un’Accademia di Buona Educazione, dove attraeva giovani per ucciderle. La Chiesa Cattolica avviò un’indagine dopo le numerose segnalazioni: la Bathòry, in seguito, fu incriminata e murata viva, per scontare il suo peccato.

Contessa Elisabetta Bathory
Ritratto della Contessa Elisabetta Bathory
Il Vampiro nell’Età Moderna ultima modifica: 2019-05-27T12:55:02+02:00 da Stefano Torselli

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